E Poi? E poi Giorgio, giovedì 27 giugno. Chiaro. Era scontata. Era dovuta. Ma è una domanda che ci si fa tutti gli anni, tutti i mesi e ultimamente tutti i giorni. Al Sound Vito ce la siamo fatta spesso, sempre di più. Non è tanto la difficoltà di organizzare un festival. O meglio, è per lo più quello, ma il vaso si riempie ogni anno senza traboccare mai. Le soluzioni organizzative si trovano, gli errori si fanno, e si rimedia, ma è una giostra di cui si conoscono le insidie. Invece, la goccia finale, la lacrima che può mettere la parola fine è un’altra, più subdola, meno comprensibile. E sta proprio nella domanda: e poi? E poi chi? Chi suonerà? Chi si farà portavoce dei nostri sogni, delle nostre ansie, e del nostro riscatto? È d’altronde un periodo strano per la musica. Nuove correnti, nuove idee, nuovi approcci. Comunque, la qualità c’è sempre, non raccontiamoci balle. Ma cambia il format, cambia il modo di viverla, di avvicinarsi alla musica, di avvicinarsi con la musica. È diventato un mondo usa e getta, e Giorgio lo sa. Quanto dura una novità? Se dura il tempo di una scintilla, appena brilla se ne va. È diventato un mondo dove la musica del vicino è sempre più verde e Giorgio lo riconosce. E forse chi lo sa. Se visto da lontano magari è tutto diverso. È diventato un mondo confuso, e Giorgio lo canta. La sigla del programma alla radio è la canzone più bella. Ma forse è proprio in questa confusione che la paura di rimanere senza nulla da urlare sparisce. Il vaso si riempie ma non trabocca mai. L’ultima goccia non scende. Poi c’è Giorgio, Poi c’è lui che ci accompagna nel frastuono della musica moderna con la consapevolezza di chi c’ha guardato da fuori, in silenzio, ma che ha capito che tra le grida di un mondo smarrito c’è sempre melodia. Sta a noi trovarla, sta a noi non spaventarci, sta a noi riprovare. Ogni anno con le stesse domande. Ma ogni anno con le stesse risposte. E con Giorgio che ci ricorda perché siamo qui.